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Mana long

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Mana Longh (Mano Lunga) C’era una volta, in un piccolo paese della Lucania , ma veramente molto piccolo,abbarbicato sopra un verde colle, dalle cui cime si ammirava un bellissimo paesaggio incantato, fatto di colline e monti verdi, una… strana leggenda. Una leggenda però, che tutti i bambini di quel posto un pò temevano. Si diceva che c’era un piccolo personaggio, poco rassicurante e dalle mani lunghissime,che abitava in tutti i pozzi di quel dolce paesino. I pozzi erano veramente tanti che i bambini si chiedevano pure:” Ma… come poteva abitarli tutti?” Eppure era proprio così! Si diceva che era talmente veloce che riusciva a essere sempre presente in ogni pozzo nelle cui vicinanze ci fossero bambini, per tirarli dentro. Una vera saetta! Questo piccolo personaggio si chiamava Mana Longh.Tutti i papà e le mamme,dicevano che l’avevano visto almeno una volta.Tutte le descrizioni corrispondevano sempre. Effettivamente le mani erano descritte sempre lunghissime, solo la forma del suo corpo e il colore dei suoi vestiti quasi mai corrispondevano.Chi l’aveva visto vestito di nero,chi di rosso, chi di verde, e chi addirittura senza vestiti! Quest’ultima affermazione però continuava a suscitare qualche dubbio fra i bambini.Infatti,essi si chiedevano: Ma… come faceva d’inverno,senza vestiti,a difendersi da quel freddo molto pungente che si abbatteva sempre su quel ridente paesello? Mistero!Tutti i bambini di quel paesello,ogni volta che andavano in campagna, si tenevano sempre a debita distanza da quei pozzi tanto temuti. Guai a sgarrare! Spinti dalla curiosita’ di vedere quell’”Essere strano”, a volte cercavano di avvicinarsi ugualmente ai pozzi, ma venivano immediatamente fermati da quel vocione cupo dei genitori: “   Dove vai? Non ti avvicinare al pozzo che c’è Mana Longh! Quello,ti prende e ti porta giù nel pozzo!” Detto da loro, e con quel tono increscioso, ecco che i bambini tornavano subito indietro a ritroso. La paura era tanta e prendeva il sopravvento sulla curiosita’. Però,con la coda dell’occhio,continuavano ancora a perlustrare le vicinanze del pozzo nel vano tentativo di prenderlo in”scacco”, cioè di vederlo almeno per un attimo, prima che scomparisse velocemente nel suo rifugio segreto.Non si sa bene come avevano fatto,in passato,tutti i genitori a vederlo, perchè a loro non riusciva mai? era un altro mistero, o era veramente velocissimo e supersonico come si diceva e quindi diventava quasi impossibile rilevarne la presenza? Mah…! Un giorno però, un bambino con un nome un pò strano, un tale, Rapo, dai capelli rossi e ricci, un fisico non possente, ma molto coraggioso, non visto dai genitori si avvicinò di soppiatto ad un piccolo pozzo, proprio sotto la montagna Mancosa, con la speranza di vederlo e di svelarne l’arcano.Si appostò sull’erba, e da dietro un albero, continuò per ore e ore a scrutare la sommità di quel pozzo magico. Finalmente,quasi all’imbrunire, sentì un sibilo di vento, e vide subito dopo un’ombra strana proprio vicino al pozzo e pensò:” Ecco…forse ci siamo!” Si distingueva benissimo. Era proprio lui! Un piccolo folletto con delle mani lunghissime, ma… anche le gambe non erano da meno! Un aspetto simpatico e rassicurante,un vestito scuro un po’ sgualcito, un basco nero in testa, e sotto un baffo a manubrio fumava la pipa in mezzo a tante nuvolette.Spruzzava veramente tanta simpatia da tutti i pori che strideva con quell”Essere”punitivo   e aggressivo sempre descritto. Mai nessun bambino l’aveva visto in azione, ma la sua fama andava anche oltre Rapone. Sembrava addirittura che era stato messo lì a proteggere i bambini , e non per tirarli giù nel pozzo. Strano, molto strano! Poi si mosse volteggiando, ma… non si capiva bene se faceva esercizi per tenersi in forma o se stesse ballando! e ad ogni vociare di bambini in lontananza, saltava sul parapetto del pozzo,dalla parte bassa, si impettiva,come per dire :”Di quà non si passa!”Poi d’improvviso, uno sbatter d’ali e un cinguettio di uccelli sfiorò il pozzo e allarmò quell’energumeno lì sotto. Voci urlanti di bambini si dirigevano verso il pozzo. Il pericolo era imminente. Bisognava intervenire! Mana Longh si accigliò e d’improvviso si trasformò.Questa volta l’aspetto era poco rassicurante. Bisognava fare in fretta! Una vera bestia strana, un po’ folletto e un po’ rana! Dalla lingua anche il fuoco e un vocione da terremoto! Anche il piccolo Rapo dalla paura si incollò a terra , mentre proprio in quelle zone si abbattè una pioggia di stelle filanti e tuoni… e i bimbi cambiarono subito direzione. Il pericolo era scampato si poteva tirare il fiato. Solo allora il piccolo Rapo, tutto sudato, alzò lo sguardo verso il pozzo fatato…e già Mana Longh si era cambiato! Solo a vederlo era uno sballo! Eccolo là, già impegnato in…ballo! Una musica folk un po’ strana, ma si riconosceva benissimo che era una tarantella lucana! Poi sembrava che si esercitava,e anche nei dettagli la forma fisica curava ! Oplà,1,2,3 su le gambe ,alè! Che scenetta accattivante! Guardando ora quell’essere strano, capì che ne aveva , forse,svelato l’arcano.Anche le paure improvvisamente poi   scomparvero ,e il piccolo Rapo,ormai asciugato ed eccitato, istintivamente, cercò di andargli incontro, ma nella concitazione…inciampò, cadde per terra, e si svegliò. Nella lunga attesa dietro quella pianta, il sonno aveva preso il sopravvento, perchè la stanchezza era tanta.Qualche secondo di leggero sconforto ,e già il desiderio di rivederlo, si faceva sempre piu’ forte. Per lui, l’emozione gli segnò per sempre quell’ora,tanto che a quella magica visione ci credette e ci crede ancora; proprio come succedette tanti anni prima ai suoi genitori, e così, sotto un cielo stellato, e accarezzata dal vento della bora, la leggenda della Mana Longh, a Rapone, continua ancora!

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